SALVATORE GIUNTA ARTE

Giorgio Di Genova

Salvatore Giunta

 

2011

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Giunta è un raffinato e sottile costruttore di "traiettorie" plastiche nello spazio. La sua rarefatta scultura si propone come rigoroso disegno di assoluta definitezza, che crea spazialità altre nello spazio stesso in cui s'innesta. Del resto Giunta percepisce anche la luce come entità spaziale ed è per questo che ama mettere letteralmente all'angolo le sue plastiche composizioni minimaliste in legno, in acciaio o alluminio, in cui nastri o sottili fili di impositive curvature giocano con sfere, stoppandole tra due elementi o ponendole sull'apice della curva in uno statico palleggiamento, per così dire, molto calcolato e tutto sommato logico, al fine di accentuare la spazialità con l'ausilio delle ombre riportate sulle pareti, che, generando un cortocircuito visivo tra fisicità e virtualità dei "disegni" plastici, complicano dialetticamente la percezione, soprattutto quando in scena sono elementi in acciaio, a causa dei loro riflessi di luce.

I 10 artisti qui proposti rendono appena una pallida idea della frantumazione del linguaggio nel secolo passato imperante nell'arte, sia in generale sia nelle singole opere, di cui qui non mancano alcuni esempi, con soluzioni che si articolano variamente con maggiore evidenza in Ceccarini, Donati e Rütsche. Divenuto ormai l'artista il committente di se stesso, la proliferazione dei linguaggi e delle relative tecniche ha reso di difficile comprensione ai più l'arte contemporanea, che ha superato i canoni espressivi tradizionali e pertanto non può essere interpretata con gli strumenti esegetici del passato. Come nei secoli passati la lingua italiana ha reso il latino, sua matrice, lingua morta, così in arte nel corso del XX secolo è avvenuta una metamorfosi del linguaggio, che ha volto e stravolto le regole di un tempo. A tutti coloro che non si sono aggiornati l'arte d'oggi appare come una lingua straniera, che appunto essi non riescono a comprendere. Ecco, perché da decenni vado sostenendo che l'arte contemporanea debba essere paragonata alla scrittura cinese e che quindi bisogna studiarla come si farebbe con il cinese, cominciare a leggerlo ed intenderlo. Io da ben cinquant'anni studio l'arte contemporanea, spero con qualche profitto. E tuttora continuo farlo.

 

in  XXXVIII Premio Sulmona 2011, Presentazione in catalogo